Danila De Stefano: cosa fare per la nuova Europa delle startup


Questa settimana si è chiusa la consultazione pubblica lanciata dall’European Startup and Scaleup Forum. Della task force volta dalla Commissaria Ekaterina Zaharieva fanno parte cinque italiani, tra cui di Danila De Stefano, CEO & Founder di Unobravo, che per EconomyUpo ha scritto questo intervento in cui racconta la sua visione di imprenditrice che ritiene fondamentale la creazione un ecosistema europeo competitivo a livello globale.

Ho avuto il privilegio di partecipare al primo incontro dell’European Startup and Scaleup Forum, promosso dalla Commissaria per le Startup, la Ricerca e l’Innovazione, Ekaterina Zaharieva. Grazie al sostegno di GammaDonna e InnovUp, associazioni che favoriscono l’imprenditoria innovativa e femminile, ho potuto rappresentare l’Italia come unica donna tra i cinque esperti italiani presenti.

Prendere parte a questo think tank di 30 esperti internazionali è stato non solo un grande onore, ma anche un’importante opportunità per portare la mia visione e contribuire concretamente alla definizione della EU Startup and Scaleup Strategy, prevista per quest’anno, con l’obiettivo di creare un ecosistema imprenditoriale europeo più competitivo su scala globale.

Perché è importante un ecosistema europeo competitivo

Perché è importante farlo accadere? Far crescere le startup non significa solo incentivare l’innovazione, ma anche creare un impatto economico concreto e diffuso.

Le startup sono un motore essenziale per la crescita dell’occupazione, generando nuovi posti di lavoro sia direttamente, con l’ampliamento dei loro team, sia indirettamente, attraverso l’indotto che creano nei settori collegati.

Pensiamo ad aziende USA nate startup, come ad esempio Amazon, Meta (Facebook) e Alphabet (Google). Nel 2024, queste sole 3 aziende avevano, insieme, quasi 2 milioni di dipendenti. Inoltre, queste imprese innovative contribuiscono all’aumento della produttività e alla competitività dell’intero sistema economico, introducendo nuove tecnologie e modelli di business capaci di trasformare interi settori.

Paesi con ecosistemi startup solidi mostrano tassi di crescita economica più sostenuti e una maggiore capacità di attrarre investimenti internazionali. Per l’Europa, sostenere le startup significa quindi non solo favorire l’imprenditorialità, ma anche costruire un’economia più resiliente, dinamica e orientata al futuro.

L’Europa come hub di innovazione globale

L’Europa ha tutte le carte in regola per essere un hub di innovazione globale: talenti, ricerca avanzata e un forte tessuto industriale. Inoltre, negli ultimi anni, l’UE ha visto la nascita di un numero maggiore di startup rispetto agli Stati Uniti.

Nonostante ciò, l’ecosistema startup europeo si trova ancora ad affrontare ostacoli strutturali che ne limitano la crescita e la competitività. La frammentazione normativa, la maggiore difficoltà di accesso ai finanziamenti e la disomogeneità dei mercati nazionali rappresentano sfide cruciali per le imprese innovative.

L’accesso ai finanziamenti è uno degli ostacoli principali. Sebbene il venture capital europeo sia cresciuto rapidamente negli ultimi anni, il divario con gli Stati Uniti e la Cina resta significativo. Senza investimenti adeguati, le startup europee faticano a scalare e spesso scelgono di trasferirsi oltreoceano pur di trovare le risorse necessarie a competere su scala globale.

Che cosa fare per una nuova Europa delle startup

Per colmare questa lacuna, è essenziale sviluppare incentivi fiscali per attrarre i finanziatori, promuovere collaborazioni tra fondi pubblici e privati e creare meccanismi più agili per la raccolta di capitali sui mercati finanziari.

Una delle misure che l’Europa potrebbe adottare è l’incremento dei bandi lanciati dalla Commissione Europea, come l’EIC Accelerator, che offre finanziamenti a tassi agevolati o a fondo perduto, e incentivare le IPO attraverso segmenti come Euronext Growth e AIM Italia, con requisiti più flessibili.

Inoltre, rafforzare l’EIC e il suo Trusted Investors Network potrebbe facilitare co-investimenti strategici e ridurre la burocrazia per l’apertura di conti bancari e altri step necessari per l’apertura in altri paesi. Per attrarre investitori istituzionali, servono incentivi mirati, come detrazioni fiscali o esenzioni su guadagni da investimenti in startup e tecnologie emergenti, e una regolamentazione che consenta agli investitori di allocare fondi in venture capital.

Solo unendo incentivi fiscali, semplificazioni normative e l’integrazione di fondi pubblici e privati, l’Europa potrà realmente valorizzare il suo potenziale di innovazione e rendere il suo ecosistema startup e scaleup più coeso, dinamico e competitivo a livello globale.

Una piattaforma europea per l’accesso ai talenti

Un altro tema centrale è quello dell’accesso ai talenti. L’Europa, nonostante le sue eccellenze accademiche, soffre di una carenza di competenze digitali, tecnologiche e imprenditoriali.

Per essere competitivi su scala globale e permettere alle startup di reclutare e trattenere i migliori talenti, dobbiamo investire nella formazione e nella mobilità, incentivando lo sviluppo di competenze strategiche per il futuro e favorendo un più semplice spostamento, e quindi contaminazione, da Paese a Paese. Servono incentivi economici, visti agevolati per i professionisti e politiche che favoriscano la creazione di un mercato del lavoro europeo più fluido e interconnesso.

Un’iniziativa chiave potrebbe essere la creazione di una piattaforma europea dedicata al recruiting di startup e scaleup, che favorisca l’incontro tra imprese innovative e professionisti altamente qualificati. In parallelo, sarebbe utile introdurre incentivi mirati a stimolare l’uso delle stock options come forma di compensazione. Le stock options rappresentano, infatti, uno strumento efficace per attrarre e trattenere i talenti, poiché permettono loro di partecipare direttamente ai successi e ai risultati dell’impresa.

Includere questo tipo di misure potrebbe migliorare la capacità delle startup di competere con altre realtà internazionali, rendendo l’Europa ancora più attraente per i migliori talenti globali.

Ridurre la barriere burocratiche per i professionisti

Inoltre, è fondamentale ridurre le barriere burocratiche per il riconoscimento delle qualifiche professionali.

Come psicologa e fondatrice di Unobravo, realtà di punta nel settore della psicologia online, il riconoscimento delle qualifiche dei professionisti della salute mentale a livello europeo è un tema che mi sta particolarmente a cuore.

Attualmente, gli psicologi che desiderano esercitare la professione in un altro stato membro devono affrontare iter complessi e lunghi processi di riconoscimento. Questo non solo limita la mobilità dei professionisti, ma rallenta anche l’accesso dei pazienti alle cure. Alcuni Paesi, infatti, hanno scarsità di professionisti, il che porta un impatto negativo sulla salute della generale popolazione.

L’introduzione di misure come il riconoscimento automatico delle qualifiche professionali tra i Paesi membri, ispirato al modello del Psychology Interjurisdictional Compact (PSYPACT) negli Stati Uniti, o di un sistema semplificato come la Tessera Professionale Europea, già in uso per altre categorie professionali, potrebbero contribuire a facilitare la mobilità di psicologi e psicoterapeuti e migliorare l’accesso ai servizi di supporto psicologico in tutta Europa.

La salute mentale dovrebbe essere un diritto di tutti; per questo ci auspichiamo che vengano presto attuati interventi mirati che consentano di abbattere le barriere burocratiche e rendere i servizi di sostegno psicologico più facilmente accessibili, promuovendo così una rete di cura integrata e di qualità a livello europeo.

Il freno della frammentazione normativa

Infine, non possiamo ignorare il problema della frammentazione normativa. Oggi, le startup che vogliono espandersi in Europa devono affrontare regolamenti e sistemi fiscali differenti in ogni Paese, numerosi iter e step burocratici, rallentando la crescita e riducendo l’attrattività del nostro continente per gli investimenti internazionali.

Un esempio concreto è il settore della telemedicina, che si scontra con una normativa ancora troppo rigida e diversificata tra gli Stati membri. L’istituzione di un 28° Regime per la telemedicina potrebbe rappresentare una svolta, semplificando le procedure e creando un quadro normativo armonizzato che favorisca l’innovazione nel settore sanitario digitale.

Questo regime garantirebbe l’accesso ai servizi sanitari online su tutto il territorio dell’UE, permettendo agli operatori di esercitare senza eccessivi ostacoli burocratici e garantendo ai cittadini standard di cura uniformi.

Allo stesso modo, è necessario intervenire sulle norme che regolano la partecipazione delle startup agli appalti pubblici. Attualmente, le giovani imprese innovative si trovano svantaggiate rispetto alle aziende più grandi e strutturate, a causa di criteri di selezione basati su esperienza e storico aziendale. Una soluzione potrebbe essere riservare una percentuale degli appalti pubblici a startup e scaleup, incentivando così la loro crescita e l’integrazione nel tessuto economico europeo.

Il cambiamento che arriva dagli imprenditori

Lo European Startup and Scaleup Forum rappresenta sicuramente un’opportunità unica e senza precedenti per delineare una strategia condivisa e costruire un ecosistema più dinamico, coeso e competitivo.

Tuttavia, il cambiamento non può venire solo dall’alto: siamo noi, imprenditori e innovatori, i veri protagonisti di questa trasformazione. Le startup di oggi sono le grandi imprese di domani, e il nostro ruolo è cruciale per tracciare il futuro dell’Europa.

Per costruire un’Europa all’avanguardia, capace di competere sulla scena globale, servono azioni concrete, una visione a lungo termine e una collaborazione profonda tra istituzioni, investitori e startup. Solo con un impegno congiunto e strategico, possiamo rendere l’Europa il cuore pulsante dell’innovazione e aprire la strada a un futuro in cui le startup europee siano il motore dell’economia mondiale.



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