Marche, meno deprivazione materiale sociale nel 2024, colpisce solo lo 0,9 per cento delle famiglie, miglior dato d’Italia


“Il quadro che emerge da questi dati” commenta il presidente Cna Marche Paolo Silenzi “dimostra una tenuta del tessuto sociale ed economico marchigiano, al quale non è estraneo il fatto che nella nostra regione esiste un modello produttivo diffuso di micro e piccole imprese”

Marche, meno poveri ma aumentano gli occupati a bassa intensità di lavoro (meno di un quinto dell’anno). E’ la fotografia resa nota dalla Cna Marche su dati Istat.

Nelle Marche la quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale diminuisce e si mantiene assai inferiore a quella media nazionale. Cala ulteriormente anche la già ridottissima quota di popolazione in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, la più bassa in Italia. Però cresce nelle Marche la percentuale di individui che vivono in famiglie a bassa intensità dilavoro.

Nel 2024, i marchigiani a rischio di povertà o esclusione sociale erano l’11,8 per cento rispetto al 13,6 per cento dell’anno precedente. Si è passati da 201.457 a 174.793 persone a rischio povertà. In Italia le persone a rischio povertà sono invece aumentate dal 22,8 al 23,1 per cento.

Si tratta degli individui che si trovano in almeno una delle seguenti tre condizioni: a rischio di povertà, in grave deprivazione materiale e sociale o a bassa intensità di lavoro.

Anche la quota di marchigiani a rischio di povertà, cioè con un reddito inferiore del 60 per cento al reddito mediano nazionale (9,6%) è calata rispetto al 2023 (11,1%) mentre in Italia è rimasta al 18,9 per cento.

Migliori rispetto alla media nazionale, anche i dati relativi alla grave deprivazione materiale o sociale, che nelle Marche riguarda meno di un abitante su 100 (0,9%) rispetto al 4,7 per cento dell’Italia.

Si tratta di coloro che nel 2024, presentano almeno 7 segnali di deprivazione dei 13 individuati dal nuovo indicatore Europa 2030; si tratta di segnali riferiti alla presenza di difficoltà economiche tali da non poter affrontare spese impreviste, non potersi permettere un pasto adeguato o essere in arretrato con l’affitto o il mutuo, ecc.

I marchigiani che nel 2024 vivevano in famiglie a bassa intensità di lavoro (cioè con componenti tra i 18 e i 64 anni che nel corso del 2024 hanno lavorato meno di un quinto dell’anno) erano il 6,2 per cento rispetto al 4,6 per cento del 2023.  In Italia erano il 9,2 per cento, in aumento rispetto all’8,9 per cento dell’anno precedente.

“Il quadro che emerge da questi dati” commenta il presidente Cna Marche Paolo Silenzi “dimostra una tenuta del tessuto sociale ed economico marchigiano, al quale non è estraneo il fatto che nella nostra regione esiste un modello produttivo diffuso di micro e piccole imprese che non solo garantiscono reddito e lavoro a moltissime famiglie marchigiane ma promuovono benessere e solidarietà nella regione. Una ulteriore conferma che politiche di sostegno a questo sistema di imprenditorialità diffusa è utile non solo alle imprese ed ai loro dipendenti ma a tutti i marchigiani”.



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