Donne d’Impresa: Caterina Maugeri di Archigen Srl, Salute e Innovazione per una sanità al passo con i tempi.
Sempre a cavallo fra Catania e Palermo, Caterina Maugeri, si dichiara figlia della Sicilia e la troviamo sull’aereo appena sbarcata a Roma. Iperattiva ma con i piedi per terra, non poteva che essere nata sotto il segno dell’acquario, con un ascendente di fuoco, come il sagittario.
Le chiediamo come nasce questa sua “mission” nel settore ospedaliero e sanitario, credendola medico e scopriamo invece che la sua passione è nata sul campo: nel 1990 le viene proposto di promuovere nuove tecnologie medicali nella Sicilia orientale e da allora si occupa di commercializzazione e promozione di prodotti innovativi per cardiologia, radiologia interventistica e telemedicina.
Nel 2000 fonda l’Archigen, con il marito Salvatore Costanzo, e inizia l’espansione su tutto il territorio regionale. Da oltre 20 anni la sua azienda opera nell’ambito delle forniture medicali e i suoi clienti sono: ospedali, cliniche, e case di cura.
È fiera – ci racconta – di offrire le soluzioni tecnologiche più innovative realizzate dai migliori produttori internazionali, oltre a servizi di formazione per gli operatori del settore. Il personale della sua azienda, non a caso è forte di una costante formazione che permette loro di supportare gli operatori sanitari nell’uso migliore dei prodotti a disposizione.
Vive in campagna alle falde del suo amato Vulcano, come scelta di vita, dal momento che viaggia da sempre moltissimo e ha una vita frenetica, quando torna a casa ama immergersi nel silenzio e rigenerarsi nella natura.
Nel lavoro, si occupa con grande passione dei giovani che sono la risorsa più importante della sua azienda ed è felice di poterli far crescere e di formarli costantemente. Ingegneri biomedici, esperti in biotecnologie medicali e soprattutto specialisti di nuovi studi tecnici innovativi rappresentano il fiore all’occhiello della sua azienda.
Donne d’impresa e madri
Caterina Maugeri ha un figlio avvocato, Rosario e due nipoti di 10 e 4 anni: Stefano e Sara. Ci racconta che il maschio, di 10 anni è appassionato di go-kart.
Ha anche operato in varie iniziative per il sociale. Lavoro a parte, salute, cultura e sport sono i suoi interessi principali. Socia di Aidda Sicilia e del Soroptimist Catania, da anni porta avanti con successo l’idea di un associazionismo fattivo e contagioso, capace di fare del bene a più latitudini. In particolare, ricordiamo anche il suo impegno a favore dei bambini oncologici e delle loro famiglie.
Per conoscerla meglio e di più le abbiamo chiesto:
Nonostante il business lei sostiene che “Condividere, sostenere e tutelare sia la best practice che ogni imprenditore dovrebbe avere in azienda”. A questo proposito, quale è stata l’esperienza più interessante nel suo lavoro?
La responsabilità sociale d’impresa è un principio in cui ho sempre creduto, da qui la scelta di favorire la crescita sociale e culturale sostenendo il FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO di cui siamo CORPORATE GOLDEN DONOR dal 2008, l’associazione LAD ONLUS impegnata ad offrire supporto ai bambini con malattie oncologiche, il tennis femminile, la creazione del Premio Mediterraneo per la Cultura e di campagne di prevenzione dai rischi cardiovascolari.
Questa condivisione si traduce nel lavoro in un continuo scambio di conoscenze per accrescere lecompetenze, sia dei nostri dipendenti che degli operatori del settore, e si trasforma anche in opportunità per i giovani laureandi con i Career day organizzati all’interno delle università. Attribuisco ad ognuna di queste esperienze grande rilevanza e valore, quindi non saprei proprio quale scegliere.
Siamo in un periodo di grave crisi nel campo sanitario. Il “privato” non è sempre accessibile a tutti. Come pensa di poter contribuire per un migliore servizio sanitario ospedaliero?
Riconosciamo l’importanza della formazione e dell’aggiornamento e per questo lo sosteniamo, in modo incondizionato, colmando un vuoto lasciato dai tagli alla sanità pubblica, permettendo agli operatori sanitari attraverso corsi e congressi di innalzare il loro livello di competenze. Questo si traduce in un grande vantaggio per il paziente a cui viene garantita l’assistenza da parte di personale costantemente aggiornato e dunque le migliori cure possibili. Tutto ciò significa potere offrire, anche nel servizio pubblico, prestazioni di qualità.
A proposito di intelligenza artificiale: quali progetti ha in ponte Archigen?
Siamo in fase di formazione per meglio capire e conoscere le opportunità di questo nuovo strumento e sfruttarne le potenzialità applicate al nostro lavoro. Già da due anni stiamo esplorando questo mondo e abbiamo sviluppato, con un partner, un algoritmo che consente la predizione del rischio cardiovascolare dei pazienti in base alla terapia indicata dai medici.
Progetto brevettato e già depositato presso l’Ufficio Brevetti Europeo.
“Parità di genere”: a che punto siamo nel suo settore?
Nel 1990 eravamo solo due donne a promuovere device nel settore cardiovascolare sul territorio siciliano, questo mestiere era appannaggio degli uomini e la loro maggioranza era schiacciante. Negli anni, a fatica, il divario si è molto ridotto ma tanto ancora si può fare.
Oggi nella mia azienda la presenza delle donne è del 70%.
C’è un suo progetto ancora da realizzare?
Ho un progetto molto ambizioso, un sogno che ho dovuto tenere chiuso nel cassetto ma credo che i tempi siano maturi per poterlo finalmente realizzare. Magari ne riparliamo tra un anno?
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