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La sfida dell’innovazione. Eventi per i giovani tra reale partecipazione e rischio ‘youth washing’


Uno dei pilastri su cui è fondato il piano Next Generation EU riguarda la messa a punto di politiche per le generazioni future. Millennials e GenZ mostrano una sensibilità particolare alle tematiche che riguardano il mondo del lavoro, lo sviluppo sostenibile e l’innovazione in generale. Di conseguenza, coinvolgere, valorizzare e responsabilizzare i giovani, affinché – questi sono gli auspici – possano agire in un contesto che li veda sempre più parte attiva, rappresenta un obiettivo fondamentale per istituzioni, enti e imprese. Ma si tratta di reale partecipazione o di youth washing? Il rischio è che si determini una discrepanza tra i livelli di coinvolgimento e i risultati dell’impegno promessi, rispetto a quelli effettivamente realizzati. In pratica, può accadere di voler segnalare l’inclusione dei giovani negli eventi a loro dedicati, senza di fatto ascoltare poi davvero quello che hanno da dire e senza un loro reale coinvolgimento nelle decisioni. Dunque una partecipazione formale più che sostanziale. “C’è attenzione verso i ragazzi, ma mettersi realmente in gioco per ascoltarli non è poi così facile. Ad esempio, quando promuoviamo uno dei nostri format, ovvero Young Days, chiediamo alle aziende di impegnarsi a far sedere intorno ai tavoli i loro decision maker e amministratori delegati. A volte capita che vengano mandati sostituti. È importante che i ragazzi entrino in relazione con chi ha costruito innovazione”, queste le parole di Simona Aguzzoni, ceo di Pleiadi International e responsabile di Forum Young.

Nei vostri eventi sostanzialmente si parla di testimonianze aziendali e di interazione con i giovani, in un’ottica prospettica di sviluppo. “L’energia che si sviluppa è molto positiva e intensa. Young days è un format che non ha un’ambizione di collocamento o di ridisegno del futuro. Più semplicemente, vuole facilitare il confronto e dare la possibilità di manifestare opinioni e riflessioni”.

Che ricadute hanno le vostre iniziative? “Ci interessa il contatto tra generazioni diverse; non di rado si creano opportunità di collegamento per start up, progetti da realizzare”.

L’Emilia-Romagna ha adottato una legge sulla attrazione dei giovani talenti. In che modo interagite con l’ecosistema regionale? “Come Forum Young abbiamo attivato un osservatorio che realizza delle survey periodiche per monitorare tendenze in atto e iniziative a cui ispirarsi e a cui collegarsi. Siamo stati coinvolti dalla regione, proprio perché le nostre azioni vanno nella direzione di incentivare l’attrattività del nostro territorio e di far comprendere quali siano le sue potenzialità. Per questo motivo, siamo fianco a fianco sia della regione sia del progetto talenti del comune di Cesena“.

Forum Young nasce nel 2019. Come sono cambiati i giovani in questo arco di tempo? “Le nuove generazioni cambiano in maniera rapida e con esigenze differenti. E cambiano anche le relazioni tra le varie generazioni. I giovani nutrono energia verso le novità e desiderano essere partecipi del proprio futuro. L’osservatorio Forum Young realizza anche indagini su trend professionali da intraprendere e su nuove domande a cui tentare di ipotizzare risposte”.

Forum Young ha visto puntate anche a Trieste, Firenze, Torino, Roma, ma è nato qui, a Cesena, un territorio spesso ricettivo. “Cesena è una piccola città che però offre tante opportunità. Dobbiamo, tuttavia, migliorare in inclusività. E’ vero che siamo simpatici, che siamo brillanti, però i giovani, creativi e pieni di energia, che arrivano in città, a volte denunciano una difficoltà di integrazione nel contesto quotidiano”.



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