Pubblicata sui social la foto del quadro che ritrae il capo dei capi Così la mafia cerca nuovi consensi per riconquistare potere
di SALVO PALAZZOLO
Anche adesso che è in Spagna, a fare non si sa cosa, Salvo Riina — il terzogenito del capo di Cosa nostra — non rinuncia a rilanciare il nome della sua famiglia. E, ancora una volta, sceglie i social per farsi sentire. Questa volta, su Facebook e Instagram ha iniziato a pubblicare dei ritratti del padre, che è morto in carcere nel 2017. E come sempre ha ricevuto centinaia di like, con relativi entusiastici commenti («Bellissimo grande uomo» , «Grande zio Totò» ).
Qualcuno gli ha pure chiesto se i quadri fossero in vendita e Salvo Riina ha subito rilanciato: « Farò un sorta di sondaggio- sorteggio tra tutti i miei follower, sceglierete voi stessi un ritratto tra tutti quelli che ho ricevuto, e il più votato tra tutti questi lo metterò all’asta e qualcuno di voi lo potrà avere in casa propria come opera d’arte unica».
Non contento, ha pure aggiunto: «Il dipinto prescelto per essere battuto all’asta sarà firmato ( dietro la tela) da me e lo invierò all’aggiudicatario con un biglietto di carta redatto di mio pugno, dovesarà dichiarata l’autenticità dell’opera d’arte e che rispecchia al 100 per cento quella che è postata in questo momento sui miei social network » . Il terzogenito del capo dei capi ha ormai lanciato un vero proprio brand. Lui si definisce scrittore: dopo aver finito di scontare una condanna a 8 anni per associazione mafiosa, ha pubblicato un libriccino dal titolo “Riina family life”.
Ovvero, il racconto di una gran bella famiglia. Sarebbe meglio dire, un libro pieno di silenzi e omissioni. Sul padre e pure sul fratelloGiovanni, che sta scontando l’ergastolo per alcuni omicidi. Ecco cos’è il brand Riina propagandato dal figlio del capo dei capi al centro di tanti misteri.
Due anni fa, Salvuccio Riina rispuntò all’improvviso a Corleone. E andò dritto all’ufficio anagrafe, per chiedere lo spostamento della residenza nell’abitazione della madre, Ninetta Bagarella. Riina junior sembrava aver fatto la sua scelta: tornare a vivere in Sicilia. Invece, è rimasto solo qualche mese. Poi, si è messo a viaggiare fra l’Inghilterra, la Francia. Si è anche sposato, con una donna originaria della Romania, e ora vive nei dintorni di Valencia, come ha svelato “Repubblica” un mese fa.
Ma qui in gioco non ci sono soltanto i misteri della famiglia Riina, sui tesori mai sequestrati. Il brand propagandato sui social dal figlio del capo dei capi appare sempre più come un pezzo di una più ampia strategia di comunicazione messa in campo dai mafiosi. Finita la stagione delle stragi, i boss e i loro complici puntano a riconquistare consensi. Per tentare di recuperare la vecchia immagine di mafia buona, che media, che sistema, che risolve. Ma non è mai esistita la mafia buona.
Però, oggi, ci sono cantanti neomelodici che osannano alcuni boss e insultano i collaboratori di giustizia. Ci sono anche boss che scrivono sui social accusando i giornalisti. È la mafia che prova a far tornare forte il proprio brand. E a scorrere le ultime inchieste della procura di Palermo, i boss hanno già incassato i propri risultati: le intercettazioni continuano a raccontarci di imprenditori, commercianti, professionisti e politici che cercano i mafiosi per risolvere le questioni più diverse. Insomma, il brand mafia resta forte.
la Repubblica Palermo, 27 aprile 2025
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