in arrivo bandi per 1,5 miliardi di euro



Il Sistema produttivo siciliano è in affanno: le imprese falliscono meno che altrove, ma non per questo stanno meglio. Tra prestiti garantiti dallo Stato che non bastano a evitare l’insolvenza, accesso al credito sempre più difficile, personale introvabile e costi energetici più alti rispetto ai competitor, la Sicilia si presenta fortemente indebolita alla sfida dell’internazionalizzazione.

Ma ora arriva una boccata d’ossigeno: da fine maggio la Regione metterà in campo bandi per 1,5 miliardi di euro per rafforzare la competitività tecnologica delle imprese. Lo ha annunciato l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo nel corso di un confronto tra istituzioni e imprenditori organizzato da MFLaw alla Camera di commercio Palermo-Enna. A questo si affiancherà un nuovo supporto strategico per l’internazionalizzazione, con la task force di avvocati, commercialisti e tributaristi di MFLaw, che ha appena aperto un desk a Riyad per aiutare le imprese a guardare ai mercati arabi.

L’obiettivo è ambizioso: costruire un ecosistema dove innovazione, capitale umano e ricerca siano i pilastri reali dello sviluppo.

Il contesto, però, resta fragile. In Sicilia l’80% delle imprese approva i bilanci in ritardo, segnale di carenze gestionali. Le aziende faticano a trovare lavoratori: secondo la Camera di commercio mancano all’appello 20mila unità. E la “desertificazione bancaria” – con la chiusura di sportelli in 149 comuni – rende l’accesso al credito sempre più difficile.

Un’occasione, dunque, per passare dalla diagnosi alla cura. Se pubblico e privato sapranno lavorare in sinergia, l’economia siciliana potrà finalmente guardare oltre i suoi confini.

di Valeria Marrone



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