Il progresso può essere comodo


Un’azienda torinese di caffè ha appena lanciato sul mercato un prodotto davvero rivoluzionario, creato lavorando sull’innovazione e sulla sostenibilità in modo concreto e visionario, di fatto costruendo un nuovo modello a cui le altre aziende del settore dovranno necessariamente adeguarsi.

Una start up di Verona ha presentato a Vinitaly un nuovo processo produttivo, che mescola le competenze enologiche con quelle della bevanda fermentata di origine orientali, la kombucha, di fatto inventando un modo nuovo, etico e sostenibile di dealcolare in maniera non energivora e del tutto naturale.

Un’azienda trentina fa dell’inclusione un progetto solido, senza affatto essere una onlus ma ragionando da impresa, senza per questo dimenticare i lavoratori, messi al centro del processo e dell’idea imprenditoriale.

Un’azienda varesina lavora sulle emissioni dei bovini e sui liquami, con un prodotto completamente aderente al biologico, in grado di ridurre in maniera sostanziale questo problema.

Sono quattro esempi di pensiero laterale, frutto di una visione non solo utilitaristica del mondo ma che porta il fare impresa a un livello successivo. Tutti questi attori sono degli imprenditori, che non hanno un obiettivo diverso dagli altri colleghi, anzi. La loro prima ambizione è fare business, ma proprio per farlo in un mondo sempre più incerto, con i mercati finanziari in preda all’isterismo e all’instabilità, con il mondo che è in bilico perenne, decidono che l’unica alternativa è abbracciare una visione etica, cercando di rendere il loro business aderente ai valori più alti, portando l’innovazione a un livello nuovo e differente, accompagnando il cliente stesso verso un nuovo modello di consumo, più attento, più garbato, meno impattante.

Ma non chiedendo una decrescita felice, anzi, provando a ragionare in un’ottica nuova, per certi versi dirompente. Facciamo tutto quello a cui siamo stati abituati, stiamo comodi nelle nostre abitudini, non serve uno sforzo, non vogliamo cambiare lo status quo per rispondere a questi rivolgimenti continui, che siano il cambiamento climatico o la situazione geopolitica. Ma aiutiamo chi crede nella nostra azienda a fare quello che desidera, un po’ meglio.

Cerchiamo attraverso progettazione e innovazione di arrivare a un livello diverso di consapevolezza: aiutiamo i clienti a pesare meno sul mondo con furbizia, con ingegno, con l’innovazione scientifica, con lo studio, trovando soluzioni che consentano di fare il caffè con le cialde, ma senza inquinare il mondo con la plastica. A fare agricoltura che preservi il terreno, ma senza rinunciare alle quantità del raccolto. A sostenere il mondo del vino producendo una bevanda sana e rispettosa della filiera. A fare produzione efficace senza dimenticare che i lavoratori sono innanzitutto persone.

Parlando con questi imprenditori non troviamo super eroi, non incontriamo dei figli dei fiori con visioni romantiche: vediamo persone concrete, con business plan solidi, idee chiare e fatturati da portare a casa. Ma cogliamo anche un guizzo nuovo, una visione differente, un pensiero in grado di andare oltre il mondo a cui siamo stati abituati, con un sogno concreto di miglioramento da realizzare.

Speriamo sia un nuovo trend, e speriamo che i consumatori scelgano sempre più aziende così: la vera rivoluzione non è tornare indietro, fare cose più scomode, pensare di consumare meno (certo, non guasterebbe, ma è inverosimile in un mondo come il nostro). L’ambizione corretta è fare le cose comode, le stesse cose ma facendole meglio e in modo da eliminare o mitigare il problema creato. Bastano delle cialde di caffè senza plastica? Probabilmente no, ma aiutano molto.



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