Seconda maxi truffa sul bonus edilizio scoperta dalla Guardia di finanza in Sicilia, dopo l’operazione che, partendo da palermo, ha sgominato una vasta organizzazione che truffava lo stato sui bonus facciata, cappotto termico e così via, adesso scatta una operazione anche nel messinese ed esattamente nell’area di Patti.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, hanno dato esecuzione a due distinte ordinanze cautelari con cui, su richiesta della Procura della Repubblica di Patti che ha condotto le indagini, è stato disposto il sequestro di oltre un milione e duecentomila euro a titolo di profitto illecito. Tale cospicua somma è frutto di una maxi-truffa realizzata da più persone in materia di bonus edilizi, perpetrata nella prima fase di erogazione delle agevolazioni fiscali, antecedenti al decreto “Antifrode” dell’11 novembre 2021 che ha introdotto le figure degli asseveratori e dei tecnici abilitati, nonché del visto di conformità sulla documentazione comprovante la sussistenza dei presupposti che davano diritto alla detrazione di imposta per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.
Le truffe a Sant’Agata, patti e Capo d’Orlando
In particolare, i militari delle Tenenze di Sant’Agata di Militello, Patti e Capo d’Orlando, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Patti, hanno individuato la condotta illecita di otto soggetti i quali, con azioni tra loro del tutto analoghe, avevano generato direttamente dai rispettivi cassetti fiscali, sul Portale dell’Agenzia delle Entrate, crediti inesistenti a seguito di asseriti lavori di ristrutturazione edilizia (“Bonus Facciate”, “Sismabonus” e “Bonus ristrutturazione”) su immobili inesistenti o di proprietà di ignari soggetti.
Ciò ha consentito agli odierni indagati di accedere al “Bonus Edilizio” che poteva essere utilizzato, alternativamente, mediante lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta ad altri soggetti, strada quest’ultima prescelta dagli indagati allo scopo di conseguire la rapida liquidazione delle somme.
Crediti fittizi incassati e trasferiti all’estero
Infatti, i fittizi crediti generati sono stati oggetto di plurime cessioni a Poste Italiane, con i corrispettivi della cessione accreditati su conti correnti appositamente accesi e successivamente trasferiti all’estero, in brevissimo tempo e in maniera frazionata su conti correnti accesi in Lituania, Estonia, Belgio e Regno Unito attraverso l’utilizzo di società che forniscono il servizio di IBAN Virtuali, in modo da ostacolarne la tracciabilità. Per tale motivo i soggetti sono stati anche ritenuti responsabili del reato di autoriciclaggio.
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