Oggi, tuttavia, i prezzi sono molto elevati. «Per chi non avesse già investito, meglio iniziare con una quota dimezzata, attorno al 2,5%, con l’intenzione di consolidare successivamente la posizione», suggerisce Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners. «Il modo più efficiente per investire in oro è rappresentato dagli Etc (Exchange traded commodity) garantiti da oro fisico, strumenti quotati in Borsa che replicano l’andamento della preziosa materia prima, a costi molto contenuti», rileva Guglielmetto. Ci sono anche fondi azionari specializzati nel settore aurifero, ma non sono adatti per un posizionamento difensivo: consentono, semmai, di diversificare la componente del portafoglio destinata al capitale di rischio, beneficiando di un trend rialzista nelle quotazioni del metallo giallo. La marea potente e silenziosa che sostiene i prezzi va ricondotta alle banche centrali, che stanno progressivamente diversificando le riserve valutarie, aumentando la quota di oro a scapito di dollari. Secondo i dati del World gold council, a livello aggregato, nel 2024 le autorità monetarie hanno acquistato per il terzo anno consecutivo più di 1.000 tonnellate d’oro, oltre il 40% in più rispetto alla media dei 10 anni precedenti (2010-2021).
7 aprile – 07:14
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