Bologna e le mille nuove case per i lavoratori all’ex Ravone, Comune e Regione: «Anche governo e Ferrovie facciano la loro parte»


di
Marco Madonia

Il progetto di Nhood all’ex scalo Ravone. Il nodo delle bonifiche. L’assessore Laudani: «Soggetti seri, la città collabori». Il vicepresidente Colla: «Rivedere le norme per favorire gli investimenti delle imprese»

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Comune e Regione spingono forte sul progetto di riqualificazione dell’ex Ravone. Il nuovo mini quartiere da 93mila metri quadri nell’area nord ovest della città, una zona totalmente abbandonata da anni quasi a metà tra il centro storico e l’aeroporto, sulla quale sta lavorando Nhood Services Italy, società internazionale specializzata nella rigenerazione urbana, filiale italiana del colosso che vede tra gli azionisti anche la famiglia francese Mulliez che controlla, tra gli altri, i marchi Auchan e Decathlon. In tutto mille case nuove, una parte riservata all’edilizia sociale residenziale, una parte per il libero mercato e un’altra da vendere, magari in prelazione, alle imprese che poi potrebbero usare quegli alloggi come strumento di welfare aziendale.

Il Comune: «Ottimo progetto»

«Se andasse in porto sarebbe un’ottima cosa, si tratta di un progetto complesso e sarebbe importante se il sistema territoriale sostenesse la scommessa dei proponenti», dice l’assessore comunale all’urbanistica, Raffaele Laudani, che in queste settimane ha incontrato la società. Della partita, oltre a Nhood, fanno parte Emil Banca, la cooperativa Consorzio nazionale servizi e contatti sono in corso con Hera ed Edison come operatore energetico.




















































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Il nuovo verde pubblico e le case per le imprese

Il progetto prevede 43.000 metri quadrati di superficie a verde pubblico, 600 alberi. A destinazione residenziale ci saranno 31.000 metri quadri a destinazione residenziale, inclusi circa 270 appartamenti accessibili per i giovani e le neo-coppie e circa 110 alloggi ad affitto calmierato. Le imprese, inoltre, avranno una sorta di diritto di prelazione per acquistare alloggi da poi fare utilizzare ai dipendenti che rischiano di scegliere altre città a causa del nostro mercato della casa bloccato.

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I contatti con gli investitori

Nei prossimi giorni il numero di Nhood, Carlo Masseroli, incontrerà nuovi possibili investitori. Tra le imprese si sono già registrati diversi interessi. Del resto, un industriale del calibro di Maurizio Marchesini ha detto di fare il tifo per il progetto. «Noi faremo la nostra parte — aggiunge Laudani —. Ma bisogna che ci sia il contributo anche del governo e Ferrovie. Vanno sbloccati i i fondi per la stazione del Sfm e accelerare sulle bonifiche». Il Comune continua «a dialogare in modo proficuo con soggetti molto seri che in modo corretto hanno chiesto al sistema territoriale. Bisogna che facciamo tutti la loro parte». 

La Regione: «Rivedere le norme sulle foresterie»

Per il vicepresidente della Regione, Vincenzo Colla, si tratta «di un’operazione intelligente che copre un vuoto. Questo modello di partnership pubblico-privato è la traiettoria del futuro». In più, aggiunge, «penso sia giunto il momento che la casa diventi tema di contrattazione dentro le aziende». La Regione si dice pronta a fare un passo in più: «Dobbiamo aggiornare le nostre norme urbanistiche per agevolare quegli imprenditori che vogliono trasformare a uso foresteria spazi di pertinenza delle imprese». Il costo dell’affitto, conclude Colla, «a volte ti porta a non scegliere questa città. È un rischio che dobbiamo evitare. Qui c’è un investimento di una multinazionale che con intelligenza vuole fare un’alleanza con il territorio».

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