pronti quattro milioni di fondi


«È un’opportunità che viene offerta al nostro patrimonio zootecnico ed è di ordine strategico: uno dei suoi scopi principali, infatti, è quello di mettere insieme i diversi attori della filiera grazie alla quale si potrà esaltare il valore del prodotto e garantire, allo stesso tempo, la giusta remunerazione». Gennarino Masiello, presidente provinciale e vice nazionale della Coldiretti, valuta così il deliberato della Regione Campania col quale si destinano 15 milioni per l’ammodernamento della zootecnia campana.

«Un obiettivo non meno strategico del progetto, per tanti versi fondamentale incalza Salvatore Loffreda, condirettore dell’organizzazione datoriale provinciale insieme con Remo De Jeso è di voler favorire le nostre aree interne, a cominciare da quella sannita. Come ha avuto modo di affermare lo stesso presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca, è un provvedimento col quale si intende contribuire a combattere lo spopolamento».

Le risorse

Della somma messa a disposizione dalla Regione, è prevedibile che non meno di un quarto arrivi nel Sannio, tenuto conto che vi operano quasi 5 mila aziende, il cui valore statico è di circa 150milioni di euro. «È chiaro – sottolinea Umberto Comentale, coordinatore regionale di Aprol – che tutto dipenderà dal numero delle richieste di finanziamento e se in linea con i principi del documento». Il bando col quale si darà il via al programma vedrà la luce ai primi di aprile. I fondi coi quali si premieranno i progetti più validi serviranno anche all’acquisto di attrezzature, recinzioni, costruzione e adeguamento dei ricoveri, tettoie, concimaie.

«Ma quello che più conta avverte Comentale sta nella capacità di proporre una progettualità che favorisca la costruzione della filiera in cui produzione, trasformazione e commercializzazione procedano sinergicamente». E non finiscono così le novità che animano il programma di investimenti.

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«C’è l’invito ad immaginare una pianificazione che veda – sollecita Masiello il mondo della ricerca accanto a quello dell’allevamento; alla possibilità di un modello associativo e contrattuale chiaro con chi acquista perché sia diano certezze per il futuro prossimo, viste le difficoltà che si incontrano oggi sui mercati e in ragione delle minacce alla produzione a causa dei dazi annunciati». In questa ottica, è convinzione di Loffreda che «ci si debba preparare a fornire l’assistenza tecnica necessaria agli allevatori perché la pianificazione risponda al meglio alle necessità che il mercato oggi impone per essere competitivi e ottimizzare il rapporto costo- guadagno».

I protagonisti

È con grande interesse che i diretti interessati guardano all’iniziativa regionale. «Confidiamo afferma il sannita Davide Minicozzi, presidente dell’Associazione allevatori della Campania e del Molise che possa rappresentare un sostegno concreto per le imprese che intendono rinnovarsi». Non sono pochi i problemi da superare, a suo giudizio, perché questo segmento dell’agroalimentare, peraltro determinante del Pil locale, conosca il suo definitivo decollo. «Un ostacolo da rimuovere per invertire la rotta puntualizza è la cattiva intermediazione che spesso si traduce in sottovalutazione e, quindi, in pagamenti inferiori ai costi delle produzioni.  La rete può offrire un supporto significativo per gli imprenditori per garantire la sostenibilità economica delle loro attività».

Non meno deleteria è la “frammentazione territoriale”, un fenomeno che Minicozzi spiega così: «La nostra provincia soffre di una eccessiva dispersione delle realtà produttive, che si può superare solo facendo rete. Occorre dunque realizzare e cementare la cooperazione tra imprese, enti ed istituzioni per migliorare la competitività e accedere a risorse fondamentali per la crescita».

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E diventa così essenziale un cambio di passo nella gestione. «Una meta chiarisce che si può conquistare con la promozione, così come viene previsto, di percorsi di formazione ed incentivi per creare ed attrarre nuove figure professionali in questo comparto. Alla luce delle novità che puntano in questa direzione conclude è a portata di mano una grande occasione di sviluppo, anche in termini di maggiore occupazione. Ben venga, dunque, il piano».





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