Lo si dice da anni: la cronica carenza di risorse per il trasporto pubblico locale ha portato il servizio, soprattutto extraurbano, ad «appiattirsi» sempre di più su orari e tratte sostanzialmente scolastiche, rendendo praticamente impossibile, vista la coperta corta, investire maggiormente su corse pensate per i lavoratori, i turisti, gli spostamenti del weekend.
La nuova gara per affidare il servizio
Ora però, in vista della nuova gara per affidare il servizio su tutto il bacino della provincia di Bergamo, l’Agenzia del Tpl prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo. «Stiamo concludendo la redazione della prima bozza del programma di bacino, che andrà poi condivisa e discussa con le realtà competenti – premette il direttore dell’Agenzia, Marcello Marino –. Lo spirito con cui abbiamo lavorato è di non fare un programma figlio soltanto delle risorse disponibili – circa 52 milioni l’anno tra fondi statali e regionali –, ma adeguato alle esigenze della domanda».
Dalle prime stime, dai 21,5 milioni di chilometri annui resi possibili dai soldi di oggi, si salirebbe a circa 27 milioni di chilometri: il 25% in più. Marino però non vuol sentire parlare di «sogno»: «Il sogno semmai sono 50 milioni di chilometri – sorride –. Qui stiamo parlando di dimensioni importanti, ma comunque ragionevoli».
Si punta a rinforzare corse e orari sulle tratte esistenti, ma anche a ragionare su nuovi servizi, prendendo le mosse tra l’altro dalle «linee di desiderio» che mettono nero su bianco le necessità di spostamento dei bergamaschi, con qualunque mezzo di trasporto e per qualsiasi motivo – studio, lavoro, ragioni famigliari e personali. Nella mappa qui accanto, lo spessore e l’intensità del colore indicano la quantità di viaggi da un punto all’altro: sono rappresentate solamente le matrici origine/destinazione che registrano almeno 50 viaggi al giorno.
Pur con lo spiccare del capoluogo, la mappa vede notevoli movimenti nella Bassa, sul lago, nei centri maggiori delle medie e alte valli, oltre che lungo la direttrice che a Sud di Bergamo collega Dalmine, Stezzano, Seriate. Così, una delle proposte sarebbe di «rinforzare» alcuni centri della provincia con piccole reti locali di collegamento con i paesi vicini. Tanto più che dallo studio Isfort commissionato dall’Agenzia e presentato a fine settembre era emerso che oltre il 40% dei bergamaschi si sposta su tragitti brevi, tra i due e i dieci chilometri.
Confronto con il territorio
Su tutto questo si aprirà nelle prossime settimane il confronto con il territorio. Ma poiché è noto che solo una parte del costo dei servizi viene coperta da biglietti e abbonamenti, arrivare davvero a mettere in campo lo sviluppo ipotizzato nella bozza di Piano di bacino comporterebbe lo stanziamento, dai primi calcoli, di 12-13 milioni di euro aggiuntivi.
E dove si trovano? «Sarebbe utile avviare una discussione pubblica – ragiona Marino –. La provincia di Bergamo, con il suo importante apparato produttivo e sociale, vuole dotarsi di un sistema di trasporto adeguato? Sappiamo bene che le risorse pubbliche arrivano solo fino a un certo punto». L’idea è di «aprire un ragionamento con le imprese – dice Marino –. Molti oggi vanno al lavoro in auto: potremmo insieme costruire dei servizi di trasporto pubblico, cominciando a concentrarci su alcuni dei principali poli produttivi e proponendo alle aziende di contribuire. Credo che dobbiamo svincolarci dall’idea di fare le cose solo se ci sono i soldi pubblici». Discorsi concreti si potranno avviare una volta presentato il Piano di bacino, ma l’Agenzia ha già accennato, «in modo molto informale» la questione ad alcune realtà del mondo datoriale e sindacale: «Non abbiamo trovato chiusure – dice Marino –. Naturalmente dovremo costruire le condizioni perché questo risulti utile e conveniente anche per i soggetti coinvolti. Non è scontato che riusciamo, ma ci possiamo lavorare».
Le nuove infrastrutture
Il disegno del trasporto pubblico del futuro dovrà includere anche le nuove infrastrutture in realizzazione: in primis la tranvia fino a Villa d’Almè e l’e-Brt verso Dalmine-Verdellino. Se per quest’ultimo ci sarebbe già un progetto di revisione delle linee di trasporto esistenti che non comporterebbe di fatto costi aggiuntivi, per la T2 si parlerebbe di circa due milioni di costi di esercizio. «Ma il vero tema in questo caso – spiega Marino – è la manutenzione della tratta ferroviaria. Stiamo lavorando con Teb, Comune di Bergamo e Provincia per individuare la soluzione migliore».
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