“Non dobbiamo mai accontentarci. Se vogliamo uscire dai problemi, dobbiamo proporre non soluzioni che dividono i cittadini in fazioni, ma idee che uniscono la comunità su temi e valori comuni”.
Così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, questa sera al Teatro “Dino Buzzati” di Belluno, in occasione dei settant’anni di Confartigianato Imprese Belluno.
E una proposta che può unire il territorio bellunese è quella lanciata dalla presidente di Confartigianato Imprese Belluno, Claudia Scarzanella, di un assessore alla montagna nella giunta regionale nella prossima legislatura: “Sono d’accordo, anche se non dipenderà solo da Belluno e da Fratelli d’Italia. Occuparsi della montagna vuol dire occuparsi della specificità della provincia di Belluno, una volta ottenuta l’autonomia differenziata regionale; vuol dire anche seguire tutta la montagna veneta, da Vicenza a Verona e Treviso; vuol dire pensare all’abbandono dei pascoli, alla filiera del legno. Ho anche intenzione di chiedere una verifica sui risultati ottenuti dalle strategie delle aree interne: hanno portato agli obbiettivi desiderati? Se le risorse pubbliche non sono sufficienti a far svoltare il destino di un’area, abbiamo il dovere di correggere il tiro, ad esempio con fiscalità di vantaggio”.
Passando dalla politica al mondo artigiano, ecco il focus sul mondo produttivo:
“Penso ad esempio al Made in Italy, con una politica che valorizza la produzione interna di cui giovano tanto l’industria quanto l’artigianato; penso alle politiche fiscali, quelle di un “fisco amico” per le imprese che sostiene chi si trova in difficoltà momentanee. Non è vero che, se salta un’impresa, per il sistema non cambia nulla: cambia molto soprattutto in un panorama come quello veneto e bellunese fatto da piccole e medie imprese. Presto sarà incardinato in Commissione il DL PMI che prevede 100 milioni di euro per il settore moda, che per la nostra provincia vuol dire soprattutto occhialeria”.
Uno sguardo sullo spopolamento e sull’attrattività della montagna: “La tendenza della fuga dalle aree rurali verso gli hub urbani è sempre più forte, dobbiamo pensare al futuro: chi resterà a curare il territorio? Chi ne garantirà la sicurezza idrogeologica, proteggendo anche la pianura a valle? Chi investirà ingenti somme per la sistemazione di aree dove la popolazione è sempre più esigua? Una persona, una famiglia, resta in montagna se ha un lavoro e se quell’occupazione lo può soddisfare per tutta la vita: servono politiche di welfare, come quelle promosse da anni dai comuni, ma spazi importanti possono arrivare dalla nuova Legge sulla Montagna. Pensiamo ai problemi di organico del Tribunale, dove ora una norma prevederà la possibilità di trasferimento dei dipendenti pubblici ai palazzi di giustizia montani senza necessità di autorizzazione dell’ente per cui lavora; pensiamo agli incentivi per figure fondamentali nel servizio pubblico come gli insegnanti, i medici e gli infermieri: senza scuole e senza ospedali le famiglie non restano nei territori; pensiamo agli incentivi agli asili nido; pensiamo al futuro della scuola, nel quale penso che il ruolo dei licei linguistici sarà sempre più importante in un territorio che vede crescere la presenza di turisti stranieri. Ora la cornice istituzionale è pronta, ma come provincia bellunese dobbiamo avere chiara la visione di quello che vogliamo per questo territorio”.
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