In un’intervista al Corriere la presidente della Commissione europea ha parlato del piano di difesa dell’Unione che, ha affermato, non intende snaturare l’Europa che “è sempre stata un progetto di pace e sarà sempre un progetto di pace”. Readiness 2030 è “un massiccio piano di investimenti in innovazione, in ricerca e sviluppo, in startup innovative. E l’Italia ne trarrà un grande beneficio, perché ha una base industriale della difesa molto rinomata e forte”
La guerra in Ucraina, il piano riarmo dell’Ue che ha cambiato nome in “Readiness 2030”, i dazi di Donald Trump e il rapporto di Giorgia Meloni con il presidente Usa. Di questo ha parlato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in un’intervista al Corriere della Sera. “L’Europa è sempre stata un progetto di pace e sarà sempre un progetto di pace. Ma bisogna essere forti per mantenere la pace”. Con queste parole von der Leyen ha giustificato il piano di riarmo, necessario, a suo dire, per affrontare le sfide del nuovo quadro geopolitico mondiale. E ha spiegato: “Prendiamo l’esempio dell’Ucraina: era un Paese sostanzialmente smilitarizzato, aveva rinunciato alle armi nucleari a metà degli anni ‘90, con la garanzia di essere sempre protetta, tra l’altro, anche da Mosca. Oggi vediamo il risultato. La Russia l’ha invasa. L’Ucraina deve essere trasformata in un porcospino d’acciaio completamente indigesto per qualsiasi tipo di invasore”.
Readiness 2030
Il piano “ReArm Ue” ha cambiato nome, trasformandosi in “Readiness 2030”. La stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle scorse settimane, aveva suggerito maggior prudenza parlando della necessità di prepararsi a una guerra. Perplessità che hanno portato al nuovo piano che “copre un ambito più ampio – ha spiegato von der Leyen – che guarda le diverse dimensioni della sicurezza e gli strumenti per mantenere la pace. Questo è l’approccio principale”. Inoltre, ha aggiunto la presidente della Commissione, “prevenire è meglio che curare”: “Con la strategia Preparedness abbiamo un approccio ampio per proteggere le persone: non solo guardiamo ai rischi militari ma anche ai rischi, ad esempio, di una pandemia globale o dei disastri naturali. È come un kit di pronto soccorso che è meglio avere senza averne bisogno, piuttosto che averne bisogno e non averlo. Si tratta di creare resilienza”.
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La spesa per la difesa
Il tema della difesa ha acceso un intenso dibattito in Italia. Il riarmo implica delle spese che, necessariamente, dovranno essere tagliate da altrove. Verosimilmente da pensioni e sanità. Secondo Ursula von der Leyen, però, il nostro Paese trarrà molti benefici da Readiness 2030, da lei definito come “un massiccio piano di investimenti in innovazione, in ricerca e sviluppo, in startup innovative”. Un vantaggio, ha spiegato, per l’economia e la società italiana, anche a livello di infrastrutture al servizio delle persone come gli ospedali. “Avete giganti dell’aerospazio come Leonardo, e imprese navali innovative come Fincantieri. Si tratta di investimenti in queste industrie, che creeranno buoni posti di lavoro. È una grande opportunità per l’industria italiana. E sappiamo che ci sono molte ricadute positive anche nel settore civile”.
Coalizione dei “volenterosi”
Nel corso dell’intervista la presidente della Commissione Ue ha parlato anche dell’andamento dei colloqui per la pace in Ucraina con Usa e Russia che stanno escludendo l’Ue dal tavolo dei negoziati. L’incontro dei leader dei Paesi “volenterosi” a Parigi, ha però sottolineato Ursula von der Leyen, ha portato a tre risultati importanti. “Il primo è un forte sostegno all’Ucraina nel breve termine, con impegni militari di diversi Paesi. l secondo è che manterremo alta la pressione sulla Russia, e quindi anche le sanzioni, fino a quando non ci sarà un accordo di pace giusto e duraturo. Il terzo è rafforzare le forze armate ucraine, che sono la migliore garanzia di sicurezza che Kiev possa avere”.
Usa e dazi: “Bene Meloni rapporto diretto con Trump”
“Stiamo dialogando con gli Stati Uniti e vogliamo una soluzione negoziata”. Così von der Leyen ha risposto in merito ai dazi che Donald Trump ha imposto su acciaio, alluminio e auto. “Naturalmente – ha detto – difenderemo i nostri interessi: possiamo rispondere, ma il nostro interesse è avere un negoziato che porti a buoni risultati per entrambe le parti”. Inoltre, “a livello globale c’è interesse a creare nuove partnership con l’Ue: diversificare i nostri mercati è altrettanto importante che rafforzare la nostra competitività”. Sul tema dei dazi ma anche della gestione dei rapporti intercontinentali si inserisce anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che già in passato ha dimostrato di avere alcune posizioni vicine a quelle di Trump. “Conosco Giorgia Meloni come leader forte e appassionata, con un ruolo molto importante a livello europeo, ed è positivo che abbia un rapporto diretto. Più legami ci sono tra le due sponde dell’Atlantico, meglio è”, ha commentato von der Leyen.
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