Un pub di Monza, un bar ed un negozio di abbigliamento di Agrate Brianza, un ristorante di Brugherio, un salone barberia di Desio, due pizzerie di Nova Milanese e Cesano Maderno, un minimarket ed un ristorante di Limbiate, un mobilificio di Lentate sul Seveso. Esercizi commerciali diversi, ma con una cosa in comune: fare lavorare personale in nero.
Sono 20 le persone impiegate senza contratto individuate dall’inizio dell’anno nel piano di controlli mirati delle Fiamme Gialle del comando provinciale della Guardia di Finanza di Monza e Brianza che, nel quadro del dispositivo per il controllo economico del territorio, hanno ulteriormente intensificato le attività di polizia economico-finanziaria da tempo avviate per il contrasto del sommerso da lavoro che, oltre a sottrarre ingenti risorse all’Erario, mina gli interessi e la sicurezza dei lavoratori, spesso sfruttati, e compromette la leale e sana competizione tra imprese, essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro) per massimizzare i profitti e ottenere ingiusti vantaggi competitivi.
Le ispezioni, originate dalla valorizzazione trasversale dell’attività di intelligence in sinergia con le segnalazioni al servizio di pubblica utilità 117 e l’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo, si sono concentrate sulla posizione di alcuni datori di lavoro preliminarmente individuati sulla base di specifici alert di rischio sintomatici di possibili illiceità nell’impiego di manodopera. Controlli che non sono caduti purtroppo a vuoto, dimostrando che il lavoro nero in Brianza è ancora una pesante realtà.
Ammontano infatti ad oltre 42mila euro le sanzioni contestate dai Finanzieri del Gruppo di Monza e delle Compagnie di Seregno e Seveso, che hanno sorpreso i 20 lavoratori (di cui 12 di nazionalità italiana, tre di origine sinica, due egiziani, uno di nazionalità marocchina, un moldavo ed un cittadino del Bangladesh) intenti a prestare la propria opera senza una regolare assunzione. E sono 7 gli esercizi commerciali per i quali è stato richiesto al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro il provvedimento di sospensione dell’attività. Dieci gli imprenditori verbalizzati per mancata comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, di cui uno anche sanzionato per avere provveduto al pagamento delle retribuzioni con strumenti finanziari non tracciabili.
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