In Italia, quasi 2,3 milioni di persone, pari al 4,4% delle famiglie, non hanno accesso a strumenti finanziari di base, come conti correnti o servizi di pagamento, secondo il rapporto “Inclusione finanziaria e microcredito” curato da Gruppo Banca Etica, c.borgomeo&co. e la Rete Italiana di Microfinanza. Un fenomeno che risente della cosiddetta “desertificazione dei servizi” tra cui quelli bancari, per spopolamento e calo demografico in aree interne e piccoli comuni: nel 2022 sono stati chiusi 554 sportelli, lasciando 4 milioni di cittadini in comuni privi di filiali bancarie. Le chiusure colpiscono in particolare le persone a basso reddito, i lavoratori precari e le piccole imprese, ma, come evidenziano le analisi di Banca d’Italia, si tratta di un “problema sociodemografico” visto che nei comuni senza filiali 9 volte su 10 manca la farmacia ed è rara pure la stazione ferroviaria e la tabaccheria. Garantire l’accesso ai servizi finanziari è fondamentale per costruire una società più inclusiva e resiliente.
Di questo e di altri temi ma soprattutto di soluzioni concrete si è parlato nell’incontro intitolato “Inclusione bancaria e sociale: sfide e opportunità”, organizzato dall’Associazione Civita, realtà che da 35 anni si occupa di costruire un dialogo tra mondo della cultura e mondo delle imprese, in collaborazione con Mediolanum, banca fortemente impegnata nel promuovere l’inclusione finanziaria e la sostenibilità in generale.
All’evento, moderato dalla giornalista Safiria Leccese, hanno partecipato Simonetta Giordani, segretario generale Associazione Civita, Gianfranco Torriero, vice direttore generale Vicario ABI, Giovanni Pirovano, presidente Banca Mediolanum, Mario La Torre, professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, Sapienza Università di Roma, Lucrezia Fattobene, professoressa associata di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Roma Tor Vergata.
Nell’evento è stato sottolineato che il settore finanziario è chiamato a svolgere un ruolo attivo nel promuovere una maggiore inclusione e ridurre le disuguaglianze sociali. Tale obiettivo potrà essere raggiunto investendo, ad esempio, in programmi di formazione per cittadini e imprese, in particolare nei contesti più fragili. In questo senso, la collaborazione tra istituzioni, associazioni e banche è cruciale per diffondere una cultura finanziaria più consapevole e responsabile. Si è sottolineata la necessità, per garantire servizi finanziari a tutta la popolazione, di soluzioni innovative come sportelli mobili, banche di comunità e reti di supporto basate su tecnologie digitali. La tecnologia può essere un potente strumento di inclusione. Infatti, oggi possono essere create soluzioni digitali accessibili, intuitive e sicure, che permettano anche a chi non ha accesso fisico agli sportelli bancari di usufruire di servizi essenziali. Microcrediti, conti a costo zero o agevolato e soluzioni per i lavoratori atipici e le piccole imprese sono strumenti di grande importanza per l’inclusione bancaria e finanziaria. Le donne, i giovani e gli immigrati spesso incontrano maggiori ostacoli nell’accesso al credito e ai servizi finanziari e programmi mirati come microcredito, fondi di garanzia e strumenti agevolati possono contribuire a ridurre questo divario.
“Il tema dell’inclusione bancaria è legato innanzitutto ad un aspetto culturale. Il sistema finanziario non è solo un attore economico, ma un pilastro fondamentale per la coesione sociale. Le banche, le istituzioni pubbliche e gli enti del terzo settore sono chiamate a collaborare per abbattere le barriere all’accesso ai servizi finanziari e garantire che ogni individuo, in particolare chi appartiene alle fasce più deboli abbia gli strumenti per costruire un futuro più solido e indipendente, senza rimanere escluso da opportunità di crescita e miglioramento delle proprie condizioni di vita, privata e lavorativa. E’ necessario inoltre colmare il gap tra l’Italia e i principiali paesi europei in termini di educazione finanziaria, che è un importante elemento di cittadinanza attiva e permette di avvicinarsi con maggiore consapevolezza alle istituzioni bancarie – ha affermato Simonetta Giordani, segretario generale di Associazione Civita – Un’economia più inclusiva e resiliente passa attraverso un sistema finanziario sempre più aperto, innovativo e orientato al bene comune. Questa sfida riguarda tutti”.
È forte l’impegno delle banche operanti in Italia per favorire le opportunità di sviluppo di territori e comunità, in un quadro regolamentare sempre più complesso e stringente, e di innovazioni digitali che impattano su abitudini e bisogni della clientela. – ha dichiarato Gianfranco Torriero vice direttore generale vicario ABI – Per dare impulso a uno sviluppo sostenibile e capillare dei settori produttivi, è necessario sostenere un dialogo costruttivo tra tutte le parti economiche e sociali, e sviluppare politiche europee e nazionali per favorire lo sviluppo, la prosperità e per attrarre investimenti anche nelle località minori. ABI è fortemente impegnata a promuovere soluzioni innovative sviluppando collaborazioni tra pubblico e privato, per la tutela della legalità, per valorizzare l’educazione finanziaria quale strumento di inclusione sociale.”
Giovanni Pirovano (in foto), presidente di Banca Mediolanum, ha dichiarato: «Le banche hanno il dovere di svolgere un ruolo sociale, ascoltando il territorio e sostenendo chi si trova in difficoltà. Il Prestito di Soccorso, in collaborazione con le fondazioni antiusura diocesane, rappresenta uno strumento concreto per prevenire il ricorso all’usura e favorire l’inclusione finanziaria, restituendo dignità e stabilità a chi, pur essendo meritevole, viene considerato non bancabile. Noi crediamo fortemente in questo impegno e nella responsabilità di tutto il sistema nel sostenere la comunità, affinché nessuno venga lasciato indietro».
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