Fare innovazione significa “migliorare la società in cui viviamo” e per questo “anche in anni difficili dobbiamo concentrarci” su questa sfida. Lo sottolinea il presidente di Edizione, Alessandro Benetton, in un editoriale su ‘Affari e Finanza’. “Penso che, anche in questi primi anni così complessi e difficili del terzo millennio, non dobbiamo rinunciare a fare tutto quanto è possibile per continuare a migliorare la società in cui viviamo – è la riflessione – siamo in qualche modo obbligati a farlo: il nostro pianeta dà segnali inequivocabili sul fatto che dobbiamo far evolvere le nostre abitudini, i nostri stili di vita, il nostro stesso modello di sviluppo. Continuare a generare crescita e valore, salvaguardando l’ambiente che ci circonda, è la sfida a cui il mondo produttivo e delle istituzioni dovrebbe dedicarsi con la massima urgenza”. Per Alessandro Benetton, “la responsabilità di produrre innovazione – di qualunque tipo: tecnologica, di processo, di prodotto – è sempre più diffusa a tutti i livelli all’interno delle aziende. E’ come se si stesse formando una nuova etica dell’innovazione, finalizzata a dare vita a servizi di nuova progettazione utili per ampie fasce di popolazione, riducendo allo stesso tempo la nostra impronta ambientale”. E prosegur: “Mi vengono in mente alcuni esempi, completamente diversi tra loro: gli scali di Roma e di Nizza, che fanno parte del nostro Gruppo, hanno sottoscritto un impegno formale a dimezzare le proprie emissioni entro il 2030 e ad azzerarle entro il 2040, e già da alcuni anni stanno orientando in questo senso i loro investimenti e la loro capacità di fare industria. Da alcune settimane l’aeroporto di Fiumicino funziona grazie all’energia solare, attraverso una ‘solar farm’ ad alta tecnologia realizzata con un investimento di 50 milioni di euro, mentre a Nizza è in corso di realizzazione un nuovo terminal realizzato secondo i più avanzati criteri dell’economia circolare, in termini di materiali e di risparmio energetico. Su tutt’altro fronte, parlando dei servizi, mi fa piacere citare come esempio l’esperienza di “Rosso”, la startup creata da Chiara Schettino – una delle più promettenti imprenditrici under 30 del nostro Paese e membro della Fondazione Unhate – che si propone di realizzare un’anagrafe di giovani donatori di sangue, supplendo così in modo concreto alla cronica carenza di plasma nelle strutture ospedaliere. Creazione di valore economico e valore sociale, appunto, attraverso una mentalità che punta a creare qualcosa di nuovo”. (AGI)
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