Super truffa con il sisma bonus


La Guardia di Finanza di Formia ha scoperto un’altra maxi truffa con i bonus pubblici, questa volta legati agli interventi anti sisma; sono stati sequestrati crediti d’imposta quantificati in dieci milioni di euro e gli indagati sono complessivamente nove. La figura cardine attorno alla quale ruotava il meccanismo è un sessantenne di Scauri, imprenditore edile, Giacomo Di Spirito, in regime di restrizione della libertà per altri reati mentre si effettuavano i movimenti più importanti della truffa del sisma bonus.

Le altre persone coinvolte sono più o meno dello stesso livello sociale ed economico, quattro degli indagati sono dell’hinterland napoletano, un di Mondragone, uno di Casal di Principe, uno di Tivoli, uno di San Giovanni in Fiore (Cosenza) e uno di Montorio Romano. Questi ultimi hanno in comune precedenti penali per reati tributari, spaccio di droghe, reati contro il patrimonio, lesioni. Dunque nessuno di loro aveva oggettive capacità tecniche per operare, in autonomia, sul cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate e/o monetizzare.

Secondo la ricostruzione di questa storia, effettuata dalla Procura di Cassino e basata sulla poderosa informativa degli uomini del colonnello Luigi Galluccio, emergono tracce di professionisti scaltri e preparati che avrebbero utilizzato le credenziali degli indagati ma ai quali è difficile risalire, specie dopo che è passato del tempo. Alcuni degli indagati avrebbero, però, ammesso di aver passato le proprie credenziali fiscali ad altre persone, attestando in tal modo di essere stati dei prestanome o, peggio, semplici strumenti utili a fluidificare e monetizzare i crediti. Chi, alla fine, ha guadagnato di più per ora non ha rischiato nulla.

I crediti iniziali risultano generati da Di Spirito, che al momento dei fatti contestati era in regime restrittivo (per altro procedimento); sono seguite poi plurime cessioni del credito fiscale ex lege sul sisma bonus, grazie alla disponibilità degli altri otto indagati e di numerose imprese edili dalle dimensioni imprenditoriali e dai livelli di operatività incoerenti con il valore commerciale dei lavori edilizi attestati. 

Di fatto, nei sopralluoghi effettuati dalla Finanza sui condomini interessati è emerso che non c’era stato alcun intervento edilizio e che nessuno tra condomini e amministratori sapeva nulla della richiesta del bonus per cantieri riferiti al loro immobile; ciò senza contare che un intervento di rafforzamento anti sisma comporta lavori invasivi e prolungati, dunque è impossibile non accorgersene. Dalla comparazione tra tutti i dati tecnici e le dichiarazioni è stato quindi possibile stabilire l’esistenza di un «sistema fraudolento operante nel sud pontino e nella regione Lazio dedito alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

In particolare, a seguito dell’inserimento sulla piattaforma “Cessione Crediti” dell’Agenzia delle Entrate di comunicazioni di cessione di crediti in realtà inesistenti, veniva tratto in inganno il Fisco, causando un ingente danno patrimoniale, pari al valore nominale dei crediti, ottenendo un indebito profitto attraverso la loro successiva monetizzazione, anche mediante cessioni a terzi inconsapevoli».



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